LA MARGINALITÀ DI PRODUZIONE ATTUALE È (DAVVERO) LA MIGLIORE POSSIBILE?

Calcola la marginalità di produzione grazie all'OEE con soli 3 dati

Molte aziende ignorano lo stato dei loro processi produttivi. Spesso in questi flussi si annidano piccole e grandi perdite, che sommate insieme erodono in maniera significativa la marginalità di produzione. Interruzioni non pianificate, cicli brevi o rallentati e troppi scarti di produzione: tutti questi elementi concorrono a diminuire in maniera diretta il margine di profitto. È necessario quindi procedere al calcolo della marginalità attraverso un’attenta analisi dei processi: lo strumento ottimale è l’OEE, l’indice di efficienza globale dell’impianto. Con soli 3 dati, facilmente rintracciabili dai macchinari e gestionali presenti in azienda, è possibile valutare quanti soldi vengono sprecati e identificare le strategie più adeguate per ottimizzare la produzione.


Marginalità di produzione ottimale: come si posiziona la tua azienda?

Spesso molte imprese dotate delle potenzialità per una produzione elevata e performante si accontentano di risultati discreti che assicurano loro un margine di profitto sufficiente. E il guaio è che molte volte non ne siamo nemmeno consapevoli.

 

E nella tua azienda? Sei davvero così sicuro che la marginalità di produzione attuale sia la migliore possibile?

 

Nel migliore dei mondi possibili si produrrebbe senza nessuno scarto, nel minor tempo possibile e senza tempi morti. In questo utopico scenario l’indice OEE (che valuta l’efficienza produttiva di un impianto) sarebbe al 100%.

Raggiungere la perfezione in produzione è difficile, ma tendere ad essa è alla portata di ciascuna azienda. Si valuta che un OEE dell’85% sia il livello ottimale di efficientamento, tanto da essere definito “World Class”.


I fattori che erodono il margine di profitto: le Sei Grandi Perdite

Prendiamo in considerazione i fattori che costituiscono l’OEE: Disponibilità, Performance e Qualità. Ad essi sono associate Sei Grandi Perdite, che riassumono le casistiche riscontrate più frequentemente nel campo delle aziende produttive e che impediscono di ottenere un margine di profitto ottimale.

  • Alcune delle più comuni sono le interruzioni, che vanno ad intaccare la disponibilità dell’impianto. Si verificano ogni volta che l’impianto, programmato per essere in funzione, si blocca.

Le cause sono molteplici, e vanno da eventi pianificati (tempi tecnici di ricambio, manutenzione ordinaria, controllo qualità ecc.) a eventi improvvisi e imprevedibili (guasti, manutenzione straordinaria, mancanza di operatori o materiale ecc.).

  • A questi si aggiungono tutte le variabili che minano alle prestazioni ottimali dell’impianto: le brevi interruzioni e i cicli rallentati.

Nel primo caso il macchinario si blocca (per un paio di minuti al massimo) in attesa dell’intervento di un operatore: spesso ciò è dovuto a inceppamenti, sensori disallineati, problemi di configurazione ecc.

Nel secondo caso invece l’impianto funziona, ma a una velocità inferiore rispetto all’intervallo di tempo ideale che dovrebbe impiegare: le cause sono da ricercarsi in materiali scadenti, macchinari usurati e sporchi, inesperienza dell’operatore e così via.

  • Infine, vi sono le perdite dovute a problemi di qualità: i famosi scarti di produzione. Possono verificarsi nella produzione stabile così come nelle fasi di avviamento del macchinario, e sono dovuti a impostazioni scorrette dell’impianto, lotti scaduti, errori di gestione da parte degli operatori o anche ricambi non ottimali. Talvolta gli impianti stessi hanno bisogno di cicli di rodaggio per entrare a pieno regime.

 

Le 6 grandi perdite in produzione.

 

Molto probabilmente una o più di queste perdite diminuiscono la marginalità di produzione anche nella tua azienda. È tutto normale, la maggior parte delle aziende a livello mondiale ha un OEE che oscilla tra il 45 e il 60%.


Come calcolare la marginalità grazie all’OEE

Per gettare le basi dell’analisi OEE non avrai bisogno di macchinari costosi o sistemi invasivi da installare: basteranno carta e penna e i dati che potremo ricavare direttamente dai tuoi sistemi interni (gestionale, statistiche, macchinari ecc.). In particolare sono tre i valori necessari al primo calcolo preliminare:

  1. pezzi conformi: i pezzi, tra tutti quelli prodotti, che soddisfano perfettamente gli standard di qualità.
  2. intervallo di ciclo ideale: l’intervallo (teorico) più breve possibile per produrre un pezzo.
  3. tempo di produzione pianificato: tempo totale in cui è previsto il funzionamento dell’impianto.

 

Ok, ma cosa devo fare concretamente per calcolare la mia marginalità di produzione?

 

Si può partire iniziando a calcolare l’OEE rispetto alla produzione di un singolo impianto produttivo, ad esempio un certo modello di mattone o di scarpa. Osserviamo attentamente il ciclo produttivo rispetto a un intervallo di tempo definito (4 giorni per esempio).

Una volta raccolti questi dati il calcolo da eseguire sarà il seguente:

OEE = (Pezzi conformi x Intervallo di ciclo ideale)/Tempo di produzione pianificato

Prendendo dei dati concreti, il procedimento è quindi il seguente:

  • Numero di pezzi conformi: 2780 pezzi
  • Intervallo di ciclo ideale: 0,107 minuti per pezzo
  • Tempo di produzione pianificato: 480 minuti

OEE = (Pezzi conformi x Intervallo di ciclo ideale)/Tempo di produzione pianificato
         = (2780 pezzi x 0,107 minuti/pezzo)/480 minuti
         = 0,6178 = 61,78%

 

In questo modo sarà possibile avere subito il punteggio OEE riferito a quell’articolo, senza investimenti onerosi.

Si tratta di un calcolo preciso che però non dà una misura esatta delle perdite per ciascun fattore OEE; per quello serve qualche parametro in più, che puoi comunque ricavare osservando e misurando la tua azienda.

La tua azienda potrebbe avere un margine di profitto maggiore?

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Autore: Elena Bruscaglin
Data pubblicazione: 22/06/2021

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